“La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca”, diceva Leonardo Da Vinci.
Facendo riferimento a questa citazione la professoressa Erika Cunja con i ragazzi della II B hanno constatato che anche le maschere tribali possono essere considerate una forma di poesia muta!
Le maschere tribali accostano forme, linee, colori secondo schemi e ritmi stilistici come la poesia accosta parole secondo particolari leggi metriche. Sono simboliche perchè evocano qualcosa d’altro e suscitano emozioni come la poesia utilizza metafore per evocare qualcosa d’altro. Le maschere diventano tramite per parlare con gli spiriti e le divinità.
Ogni particolare è simbolico perché rappresenta una qualità dell’animo umano o un’emozione: “gli occhi socchiusi rappresentano la pazienza, il dominio di sé; gli occhi piccoli possono rappresentare l’umiltà, mentre la bocca grande rappresenta la forza e l’autorità. Le ciglia arcuate e gli occhi a mandorla ricordano invece la bellezza femminile".
Il primo disegno del lavoro realizzato è una copia realistica a grafite di una foto della maschera scelta.
Il secondo, invece, rappresenta una maschera inventata, facendo riferimento a ritmi stilistico osservati, realizzata con campiture piene di nero e bianco, sottolineando così il contrasto fra zone piene e vuote, per restituire un’immagine forte e incisiva.
