I ragazzi di III B, accompagnati dalla professoressa Erika Cunja, hanno cominciato un percorso di analisi e rielaborazione grafica del volto, realizzato da vari artisti, nel corso dei secoli.
Non hanno un iter cronologico preciso e questo gli permette di confrontare opere molto diverse fra di loro nel significato, nella forma stilistica e nella restituzione cromatica.
Osservare e rappresentare i volti disegnati da grandi artisti diventa un esercizio molto utile per sperimentare le tecniche grafiche e pittoriche e per comprendere cosa c’è effettivamente “dietro” un’opera d’arte, qual è il significato che la sostiene e la ispira.
Si sono soffermati, in particolare, sui ritratti di Lucian Freud, Paul Cézanne e Alberto Giacometti, spostandosi in un arco di tempo abbastanza ampio, dalle sperimentazioni tecniche degli impressionisti all’espressività drammatica come conseguenza delle guerre mondiali.
Cézanne non è tanto interessato all’espressività delle figure, alla loro individualità, ma vuole cogliere l’essenza della forma, lo scheletro strutturale della realtà dato da sfera, cilindro e cono, a cui tutto può essere ricondotto! Le forme e i volumi sono definiti dalla modulazione del colore che i ragazzi hanno reso attraverso le matite colorate.
Giacometti indaga la profondità vitale dei soggetti, la loro anima, “quello che sta sotto la pelle”, fino a “ridurre all'osso”. Scava per cercare l’essenza dell’uomo, visto come creatura fragile, sola, immersa nel dramma della vita. L’esigenza di scavare nel profondo si avverte nello stile espressivo sia della scultura che del disegno, che i ragazzi hanno reso con l’utilizzo della biro.
I ritratti di Lucian Freud mettono in mostra le imperfezioni dell’uomo, la pelle è segnata da curve, pieghe, solchi. L’imperfezione è portata all’estremo perché ogni ritratto diventa espressione del suo mondo interiore, caratterizzato da ansia e sofferenza. Le pennellate dense che “costruiscono la forma” sono rese attraverso l’uso della sanguigna.
